top of page

DOCUMENTO RETE 26 FEBBRAIO

A due anni dalla strage di Cutro, abbiamo assistito, nella sola Calabria, ad altri naufragi, persone scomparse, mancate identificazioni dei corpi rinvenuti, sepolture frettolose, criminalizzazione del soccorso in mare e delle ONG, criminalizzazione dei solidali e dei migranti.

Non diverso quello che accadeva e accade lungo altre rotte e frontiere. 

Abbiamo continuato a cercare morti e dispersi in mare e in terra. A contarli.

In questi giorni, a Crotone sono arrivati superstiti, familiari, giuristi, attivisti, associazioni, giornalisti. Tutti testimoni della violenza alle e per le frontiere.

Non vogliamo che questo sia solo un anniversario per ricordare chi non c’è più o chi non c’è ancora.  Vogliamo che la memoria di quello che è accaduto a Cutro diventi un punto di svolta, un cambio di direzione.

Tutte e tutti noi riteniamo necessario avviare una riflessione condivisa con associazioni, ONG,  attiviste/i,  a partire da chi in questi anni si è  unito  al gruppo informale della Rete 26 Febbraio. Con il convegno del 25 febbraio ‘Lungo le rotte a due anni dalla strage di Cutro: respingimenti, mancato soccorso, criminalizzazione, scomparse. Quali diritti? Quale verità? Quale giustizia?’ abbiamo voluto proporre un momento di approfondimento e confronto, per discutere insieme  della politica dei confini, di  soccorso in mare e criminalizzazione delle ONG e dei migranti, di morti e scomparse alle frontiere in mare e in terra e lungo tutte le rotte dei migranti, di  diritto al nome e alla verità. Il convegno si è composto di due panel, "In Mare" e "In Terra".

Dagli interventi e dalle testimonianze, sono emersi punti nodali che necessitano di strumenti e interventi su differenti piani, interconnessi tra loro, per sollecitare un cambio di rotta, perché davvero ci possa essere un “Mai più”. La riflessione nasce e si sviluppa anche grazie al convegno, ma è parte di un percorso più ampio e complesso.

E, a partire dalle testimonianze e dagli interventi ascoltati in queste giornate, è nostra intenzione portare all’attenzione delle Istituzioni, locali e nazionali, alcune questioni che riteniamo prioritarie, pur consapevoli della loro ampiezza e complessità:

 

  • Riconoscere il soccorso in mare come obbligo giuridico e umanitario. Diversi Tribunali, anche calabresi, tra cui Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria, hanno ribadito che il dovere di soccorso ha carattere assoluto e trova un limite unicamente nella circostanza che tale attività sia possibile senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio o i passeggeri;

  • Contrastare i discorsi d’odio e la criminalizzazione dei migranti, delle ONG impegnate nei soccorsi e salvataggi in mare, della solidarietà;

  • Implementare un lavoro in rete tra le ONG che svolgono attività di soccorso in mare e le associazioni che svolgono attività alle frontiere e sul territorio;

  • Attivare canali regolari di ingresso;

  • Prevedere azioni coordinate tra istituzioni, enti e associazioni per la ricerca di migranti scomparsi o dispersi a seguito di naufragi lungo le coste italiane o nelle zone di confine terrestre. In tal senso, auspichiamo che vengano attuati dalle varie Prefetture i Piani operativi di ricerca per le persone scomparse, più volte sollecitati dall’Ufficio del Commissario per le persone scomparse;

  • Definire procedure adeguate per l’identificazione di corpi provvedendo, ove necessario, ai fini dell'identificazione -anche futura-  all'acquisizione di campioni biologici;

  • Attenersi alle raccomandazioni formulate dal Consiglio d'europa, in particolare: Ogni persona di cui è stata denunciata la scomparsa deve essere cercata. I meccanismi di segnalazione devono essere accessibili ai parenti o a qualsiasi fonte affidabile (...). Riconoscere il ruolo fondamentale delle organizzazioni comunitarie, delle organizzazioni per i diritti dei migranti e delle organizzazioni internazionali che forniscono servizi ai migranti, ai rifugiati e alle persone che vivono in condizioni di disagio.

  • Garantire ai familiari anche se impossibilitati a raggiungere l’Italia, di poter decidere in merito alla sepoltura del proprio congiunto, con riguardo alle modalità e al luogo di sepoltura nonché al rispetto di eventuali riti religiosi, assicurando, laddove possibile, il rispetto di tali volontà;                                                  

 

Inoltre, riprendendo le parole dei familiari:

  • Mantenere gli impegni presi dal Governo con familiari e superstiti in merito ai ricongiungimenti familiari;

  • Garantire il diritto al lutto, prevedendo procedure di autorizzazione all’ingresso per garantire visita ai luoghi di sepoltura dei loro parenti in Italia, non essendo stato possibile il rimpatrio delle salme;

 

La Rete 26 febbraio si impegna a presentare il documento nei tavoli istituzionali competenti: Prefetture, Procure, Comuni, Regioni, Ministeri competenti, Parlamento nazionale e istituzioni europee, affinché si prenda posizione per l’adozione di misure concrete per garantire ricerca e soccorso in mare, condizioni adeguate di accoglienza, per tutelare la vita, la dignità, il diritto ad una corretta identificazione e al nome dei corpi rinvenuti, per il diritto ad una dignitosa sepoltura.

 

I superstiti,  i familiari degli scomparsi nella strage di Cutro e la rete 26 febbraio continueranno a pretendere i verità e giustizia per Cutro e tutti i morti delle frontiere.

​

Crotone, 27 febbraio 2025

Associazione Sabir

Sabir opera nell’ambito dell’educazione, della lotta alla povertà educativa, dell’inclusione sociale, della lotta alle disuguaglianze, del contrasto alla povertà, della solidarietà e della cooperazione internazionale.

Email: info@associazionesabir.it

Pec: associazionesabir@pec.it

Telefono: +39  0962 1721107 - +39 3890363113

Contatti

Dove trovarci

Sede legale

Via S. Vito, 19 - Caccuri 

​

Sede operativa

Viale Stazione, 16 - Crotone

Lun-Gio 09:00 - 18:30 / Ven 09:00- 13:00

Tel.  0962 1721107

Tel. 3890363113

​

Informativa Privacy

Child Safety Policy

​

Seguici

  • Instagram
  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • YouTube

Altri dati

Cod. Fisc.: 91057010794
P. Iva: 03870320797
Pec: associazionesabir@pec.it
Codice Univoco: M5UXCR1

©2023 Emira Digital

bottom of page