“Come si fa a raccontare di aver assistito al lutto di 94 famiglie, al riconoscimento dei corpi dei bambini da parte delle loro mamme?”.
La presidente dell'associazione Sabir, Manuelita Scigliano, ripercorre i giorni che hanno seguito al strage di Steccato di Cutro, nel suo intervento a Contromafiecorruzione, l’evento nazionale di Libera Contro le Mafie, svoltosi da venerdì 18 a domenica 20 ottobre a Vibo Valentia.
“Il momento più doloroso? Quando mi sono resa conto dell’indifferenza delle istituzioni al dolore di questa gente e dell’impreparazione davanti a un evento tragico, sì, ma purtroppo non eccezionale. Perché indifferenza e impreparazione sono un connubio pericoloso, che può causare tanto dolore. Per me, resta questa ancora oggi la ferita più profonda” ha continuato, intervenendo domenica mattina al convegno sul tema '𝙈𝙞𝙜𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞, 𝙙𝙖 𝙘𝙧𝙞𝙨𝙞 𝙖 𝙤𝙥𝙥𝙤𝙧𝙩𝙪𝙣𝙞𝙩𝙖̀: 𝙡𝙚 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙚𝙙𝙞𝙩𝙚𝙧𝙧𝙖𝙣𝙚𝙤 𝙚 𝙞 “𝙢𝙤𝙙𝙚𝙡𝙡𝙞” 𝙙𝙞 𝙨𝙫𝙞𝙡𝙪𝙥𝙥𝙤'.
Scigliano ha aggiunto che quanto avvenuto sulla spiaggia di Steccato di Cutro quel maledetto 26 febbraio 2023 è conseguenza del mancato riconoscimento del diritto universale alla mobilità e dell'assenza di vie legali e sicure di ingresso in Europa per chi è costretto a lasciare il proprio Paese a causa di guerre, persecuzioni e povertà.
Scigliano ha poi proposto che “si smetta di utilizzare la logica dell’emergenza, quando si parla di migrazioni, che sono in realtà una questione storica, a cui la narrazione politica e propagandistica ha dato accezione negativa” e che “si stabiliscano dei protocolli di intervento per tragedie come quelle di Cutro, per la gestione dei sopravvissuti e il rimpatrio delle salme”.
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