Appello a Ets: chiediamo tavolo ministeriale su Msna
- associazionesabir
- 18 ott
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“Chiediamo insieme un tavolo ministeriale sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati”. È l’appello lanciato agli enti del Terzo Settore italiani da Manuelita Scigliano, presidente di Sabir e portavoce della Rete 26 febbraio, intervenuta questa mattina a Parma al dibattito “Esperienza di accoglienza nei territori”, nell’ambito del Convegno nazionale Europasilo–Recosol “Il futuro del diritto d’asilo: diritti veri, comunità responsabili”.
Richiamando l’interrogazione portata a Bruxelles nel 2023, Scigliano ha ricordato che “non si può parlare di ‘prima’ e ‘seconda’ accoglienza quando si tratta di minori: va contro ogni convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Ogni bambino ha diritto a essere accolto e ad avere tutti gli strumenti per crescere, studiare, vivere pienamente”.
Ha poi illustrato il modello del Centro di accoglienza straordinaria per minori stranieri non accompagnati gestito da Sabir: “Una vera casa, dove i ragazzi vanno a scuola, praticano sport e partecipano ad attività culturali. Vorremmo che questo nostro modello di accoglienza per i minori sia la norma e non più una eccezione”.
Perché, ha sottolineato, “un’accoglienza ben gestita aiuta a superare il gap di coesione sociale tra Nord e Sud, valorizza le comunità e restituisce dignità a chi arriva”.
Ma serve anche “liberarsi da retoriche che frenano i processi di inclusione, come quella del ripopolamento delle aree interne, che spesso si traduce in una ‘ghettizzazione dolce’ dei migranti, producendo ulteriore discriminazione”.
Scigliano ha denunciato come “il sistema istituzionale continui a vedere il Terzo Settore come un appaltatore sospetto su cui indagare, non come un partner di coesione sociale con cui collaborare”.
Eppure, ha concluso, “un’accoglienza fondata sulla bellezza che cura, sulla partecipazione e sulla capacitazione delle persone può trasformare i territori e le relazioni”.
Anche per questo, è necessario “cambiare la percezione dei flussi migratori, offrendo una contro-narrazione dell’accoglienza”: le istituzioni non possono più trattare sbarchi e naufragi come emergenze che colgono impreparati, ma come fenomeni strutturali da gestire con competenza.



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