Una lavagna, qualche gessetto colorato e pochi minuti per dare forma alle emozioni. Quelle che non si riesce a esprimere a parole, e non solo perché ancora non si conosce bene l’italiano. Quelle che si vorrebbe tenere nascoste, ma che scalpitano per essere condivise. Quelle che in una sera come tante, improvvisamente si materializzano in un disegno, semplice e struggente.

Eccolo, il cuore spezzato di uno dei giovani ospiti del Centro di accoglienza straordinaria per minori stranieri non accompagnati. Un cuore che ha attraversato il Mediterraneo, carico di nostalgia, dolore, incertezze. E che noi speriamo di contribuire a risanare.
La speranza non è perduta. Come suggeriscono quel fiore e quella stella, che timidamente spuntano nel buio.

Ancora cuori. Questa volta su una tela bianca. Fanno da sfondo a una promessa d'amore, sgorgano dallo schiocco delle dita, mettono le ali per volare lontano.
Poi, una frase, tradotta in italiano, che il nostro giovane ospite ha voluto inserire a corredo dell'opera creativa: "Ho imparato a convivere con una cane fin dall'infanzia, perché so che la vita è piena di cani". Adattarsi, al bene e al male, per autodifesa.
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